La storia, realizzata dalla redazione di Eta Beta Scs, ruota intorno alle vicende di quattro personaggi: Mario, Carmine, Franco, Michele. Uomini, ognuno con il proprio passato alle spalle, il proprio background, ma le cui scelte convergono in un punto comune, la reclusione. Le loro scelte di vita li hanno portati dietro le sbarre, e qui i loro destini si intrecciano nella quotidianità della routine del carcere: delle partite a carte, delle camminate all’aria, di tutti quei momenti della giornata spesi a stretto contatto gli uni con gli altri.
Insieme, nello spazio della stessa cella, si troveranno a condividere le angosce e le ansie di un mondo, (a chi più, a chi meno) sconosciuto, quello del carcere, e i dubbi su un altro lasciato in sospeso, quello fuori, ma anche momenti di gioia, di felicità, di solidarietà e amicizia.
Realtà diverse che entrano in contatto l’una con l’altra, che si mescolano, generandone così una nuova, con una passione comune: la cucina.
Dove gli odori, i sapori, le ricette dei piatti, riportano al passato, perché molte volte la felicità dell’uomo è legata ai ricordi. Tra colpi di scena, comprimari “buoni” o cattivi” in Chef Sopravvitto il carcere diviene laboratorio culinario di idee e adattamento, in cui i protagonisti si prodigano, con impegno, per conoscersi meglio e non “sprofondare”. Una “nouvelle cousine” in versione galeotta, dove persone diverse sono costrette a vivere insieme in un mondo fatto di esclusione, un mondo che non si discosta tanto da quello che il fuori, oggi, tende ad essere. La natura umana fa il resto, dove il racconto, il raccontarsi, fa sì che la diffidenza iniziale ceda il posto alle emozioni del ricordo.
È proprio il cibo l’elemento che catalizza il ricordo.
Cibo che stuzzica l’appetito e la fantasia, condito con un amaro sapore di passato e con l’agrodolce retrogusto della libertà. In queste pagine passato, presente e futuro si uniscono per accomunare i nostri protagonisti, perché il carcere è anche questo, uomini che nulla hanno da condividere nella stessa cella, che con il tempo si apriranno a nuove prospettive, diventeranno amici e visto che nulla e per sempre…
“L’idea è nata, dai tanti racconti, che in carcere si narrano e commentano. Non solo per passare il tempo, ma per dare al tempo un senso. Il carcere impone delle conoscenze forzate e forzose. Allora ci si incontra e ci si racconta. Diviene uno spaccato di vita, di tante vite, vissute e forse non vissute.”
“Un progetto, un racconto, pagine partorite per riuscire a bussare a tutte quelle persone che hanno una visione “lontana” del carcere e permetterci di aprire una porta, per darci un piccolo spazio dove dimostrare e fare tesoro della possibilità rieducativa che deve offrire la detenzione, avvalorando il concetto che il carcere è #noreatimapersone.”
Redazione
Chef Sopravvitto
AA. VV. a cura di Eta Beta
ETA BETA – La Galera, 2023
Pgg. 116