Lunedì, 16 Maggio 2016 18:17

Corpo e anima – Incontro con Luigi Manconi

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“La ragione sta tutta dalla nostra parte”. Per raccontare l’incontro avvenuto domenica 15 maggio 2016 presso il blocco E della Casa Circondariale “Lorusso-Cutugno” di Torino con il sen. Luigi Manconi vorrei partire da questa frase, da lui pronunciata, nel discutere di tematiche carcerarie.

La presentazione del suo libro - intervista “Corpo e anima” è stata l’occasione per un discorso a tutto campo sulla tutela dei diritti umani, in particolare nei luoghi di privazione della libertà. E il pubblico, in gran parte composto da detenuti, non ha potuto che apprezzare l’empatia e il trasporto che caratterizzano Manconi. Soprattutto quando spiega che la sua idea di politica parte dalle vicende individuali (corpo e anima) per esaminare le violazioni, che purtroppo avvengono ancora oggi, dei diritti basilari dell’essere umano.
L’impegno di Manconi nel rendere pubbliche storie che pretendono giustizia, come quelle di Stefano Cucchi, Franco Mastrogiovanni e Andrea Soldi, è la base per analizzare quanto poco si faccia per lenire il disagio psichico di molti all’interno delle carceri, dando linfa a quella politica che nulla fa per contenere l’onda dell’odio sociale.
Ma tornando alla frase iniziale bisogna dire che è stata pronunciata alla fine di un’analisi dell’attuale condizione carceraria italiana. Infatti come lui, anche noi, non ci stanchiamo mai di dire che il carcere come attuato oggi è meramente un contenitore di irrisolte problematiche sociali, che nel periodo di detenzione non possono che acuirsi e cronicizzarsi, riproducendo all’infinito quelle che vengono definite “porte girevoli”. Ma, come emerso dal dibattito e come noi sappiamo, le alternative esistono ed infatti come dimostrano i dati, i tassi di recidiva dei detenuti italiani, si abbassano vertiginosamente, passando dal 68% al 21%, per coloro i quali usufruiscono di misure alternative, ma, e qui è il problema, questo l’opinione pubblica non lo sa. Il relatore definisce politici, ignavi e pavidi, quelli che pur di non alienarsi il consenso, mai andranno contro al messaggio veicolato dalla maggior parte dei media.
E sì, perché proprio dalla tv e dai giornali vengono trasmesse campagne volte a stigmatizzare il diverso sia esso il carcerato o lo straniero. Subito dopo la concessione dell’ultimo indulto (31.07.2006) le informazioni di cronaca nera sono schizzate, in percentuale sul tempo dedicato alle notizie in generale, dall’11% al 23%, mentre come hanno dimostrato i dati dello studio condotto dallo stesso Manconi con il prof. Torrente (docente dell’Università di Torino) il tasso di recidiva di coloro che hanno beneficiato dell’indulto è stato del 34% (contro la solita media del 68%), quindi una realtà molto diversa dalla narrazione dominante.
Eppure nonostante le tante criticità, come ha concluso Manconi, non esiste un fondo da cui non si può risalire e anche quella odierna, per noi “diversamente liberi” dev’essere un’occasione di slancio per dimostrare concretamente che qualcosa di diverso si può concretizzare.

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