Un numero che racconta il carcere attraverso lo specchio. Dove il riflesso di chi lo vive quotidianamente deforma, paradossalmente, riportandolo a una visione più reale della percezione che ne hanno i più, il significato del vivere un’istituzione totale, rispetto a quanto luoghi comuni e idee stereotipate riportino.
Riflessi che diventano riflessioni nelle pagine dedicate alla Situazione carceraria, attraverso “viaggi” tra celle, corridoi e le sensazioni di un nuovo giunto, tra sezioni “comuni” e a “custodia attenuata”, tra sanzioni e ricompense, tra la “galera” di ieri e quella di oggi, per ricordare come il carcere deve essere l’estrema ratio. E in alcuni casi non dovrebbe neanche esistere, come ben esemplifica “I miei figli...” in Belle dentro.
Immagini in cui rispecchiarsi perché possibili fotografie di una realtà, che non è esclusivamente quella del carcere, fatta di privazioni e criticità, sono quelle impresse sulle pagine di Letter@21 con una cifra stilistica a volte evocativa, a tratti dispotica e immaginifica nelle Narrazioni.
“Ti mangio il cuore” è il film consigliato perché in grado di far capire come “la privazione della libertà, non si confina negli spazi di un carcere, ma anche nei limiti posti ai sentimenti...”
Mentre le ricette, questa volta, sono un omaggio al primo volume edito da Eta Beta e scritto a più mani dalla Redazione “Chef Sopravvitto”, dove il cibo diventa l’ingrediente per parlare di legami e quotidianità dietro le sbarre.
Così come le letture consigliate, un invito a non fermarsi alle apparenze, ma ad approfondire cosa e chi si cela dietro le sbarre e come poter dare una seconda possibilità.
Completano come di consueto la rivista le rubriche dedicate allo sport, alla poesia e ai giochi per immergersi e riflettere in maniera un po’ più leggera su carcere e detenzione.
G. B.