Il carcere in tempo di coronavirus
Le carceri continuano a riempirsi di detenuti, persone che provengono dalle fasce più deboli della popolazione, e adesso l’epidemia, il Covid -19 crea ulteriori disagi come ben descritto nelle pagine che seguono. Le nostre pagine hanno testi scritti da chi è recluso e dunque non sappiamo quale sia la voce dei parenti, possiamo solo immaginarla, possiamo farci tornare alla mente le poche immagini che la tv ha trasmesso sui familiari tenuti fuori dalle carceri. All’impotenza del non poter alleviare un quotidiano in cui molto è negato, si aggiunge l’incertezza per la salute dei propri cari.
Carcere e coronavirus per non dimenticare
In tanti penitenziari la paura del contagio e la rabbia per alcune misure ha portato a delle rivolte, il cui esito è stato quello della morte di tredici persone private della libertà personale morte mentre erano affidate allo Stato. Tredici persone di cui non si conoscono i nomi, di cui non si conosce il motivo della morte, a cui sono state dedicate poche righe sui quotidiani. Ma non tutti archiviano velocemente le notizie seguiteci sul sito dove troverete un maggior dettaglio delle iniziative in corso sia per “non dimenticare” quanto accaduto sia per sollecitare interventi volti a ridurre il numero delle persone detenute concedendo misure alternative al carcere.
È urgentissimo rispettare il diritto alla salute di chi è detenuto, e degli operatori penitenziari tutti, riducendo il numero di persone presenti con provvedimenti significativi e celeri.
In questo numero, come sempre , oltre alla situazione interna ci sono rubriche con contenuti un po’ più leggeri.
Buona lettura!