Il periodo estivo è uno dei periodi dell’anno difficili per chi è privato della libertà personale. E nel numero di luglio di Letter@21 questo sentimento, questo sentire si fa vivo con forza.Si ricordano estati spensierate, presenze di amici, il sapore di una ricciola, o le emozioni di una vacanza felice. Momenti ora lontani che per un attimo possono fare dimenticare la condizione in cui si vive. Oppure può essere “l’ennesima estate, nella quale, posso vedere il mare solo in cartolina o tramite qualche foto mandata da amici che sono in villeggiatura”.
L’estate oltre a essere divertimento, svago, relax è spesso legata ad affetti passeggeri o duraturi e il tema di un diritto negato, quello all’affettività è sicuramente uno dei più sentiti da chi è recluso, ma anche da parte di familiari, di chi opera all’interno di un carcere e di chi si occupa di detenzione. Un dato risulta significativo su 47 Stati del Consiglio d’Europa ben 31 prevedono la possibilità di visite affettive. L’ordinamento penitenziario ci rammenta che la pena debba essere volta al reinserimento e non essere solo afflittiva, anche se si parla di ergastolo ostativo a seguito della sentenza della Corte europea dei diritti umani (Cedu) sul caso Marcello Viola c. Italia.
Evocare il carcere con il concetto di “buttare via la chiave” rappresenterebbe una sconfitta per tutta la società, incapace di offrire alternative a chi ha commesso un reato.
Anche a luglio a tenerci compagnia ci sono Mario Pica, il quiz, stavolta per permettere di sprigionare le scritture a tutti, la cucina, la poesia, consigli di lettura e visioni, le voci delle Belle dentro. A completare il menù un’intervista a Wolfango Sbodio, docente di Diritto ed Economia che da anni porta, all’interno del carcere di Torino oltre ai libri della materia che insegna, scacchiera, cavalli, re, regine, pedoni, alfieri e torri, tenendo corsi sugli scacchi per persone recluse.
Redazione