Un giorno quasi per caso, un mio compagno di detenzione, che lavorava come bibliotecario nel carcere dove mi trovavo, si avvicinò alla cella di isolamento dove ero rinchiuso e mi chiese se avevo voglia di leggermi un libro per passare il tempo. Accettai titubante la sua proposta e poiché non avevo tante alternative presi quel libro, “L’aquila nel cielo” di Ken Follet. L’ho lessi in pochi giorni, divorandolo e una volta finito, chiamai subito l’assistente della polizia penitenziaria, chiedendo di poter avere una lista dei libri presenti in biblioteca. Fui subito accontentato e in men che non si dica, il bibliotecario me ne portò un altro e un altro ancora e così facendo in quel periodo mi feci una vera e propria scorpacciata di libri e di avventure di ogni genere. Non smisi mai più di leggere. Quella brutta esperienza, mi insegnò e mi fece capire che non dovevo limitarmi a vivere quest’esperienza, se pur negativa, rinunciando alla vita, dovevo invece, sfruttare e trasformare ogni tempo ed ogni occasione in modo costruttivo per crescere ed espandermi culturalmente. Solo così, sono stato in grado di modificare il mio destino, trasformando la mia mente in un vulcano in piena attività, da cui fuoriescono un sacco di idee sane, positive, propositive e innovative.
C. D. B.