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Lunedì, 30 Marzo 2020 14:53

Emergenza o libertà

Il carcere in tempo di coronavirus. Un tempo difficile e inaspettato, questo. Un tempo in cui i limiti delle scelte politiche si sentono e si vedono senza ombre: spesso abbiamo scritto del sovraffollamento, tanto da risultare noiosi a noi stessi, spesso abbiamo scritto della necessità di una riforma che vada verso il reinserimento il prima possibile, ma quasi nulla cambia, lentamente tutto peggiora in ossequio a paure create ad arte.

"Quella che stiamo affrontando è una faticosissima battaglia per tutti, ma sta accorciando molte distanze, fa sentire meno quel «noi» e «loro»". Intervista a Monica Cristina Gallo, Garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Torino.

In questo delicatissimo frangente storico, l’emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia dovuta al COVID-19 ha portato alla luce e reso insostenibili alcune delle criticità principali del sistema detentivo italiano, come il sovraffollamento. Da più parti si sono levate voci perché il carcere non rimanga isolato più di quanto è già.

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Mercoledì, 04 Marzo 2020 15:18

Letter@21 - La Redazione allargata

Mensilmente, più precisamente ogni terzo mercoledì del mese corrente, presso il laboratorio di Eta Beta interno al carcere Lorusso e Cutugno di Torino si aprono le porte della redazione ai detenuti del padiglione E.

Ci sono circa 35° e sono ancora le 10:00 di mattina quando mi reco presso la sala (centrale) per incontrare i miei cari. Incontro altra gente, sono tutti vestiti eleganti e mentre avanzo, mi rendo conto che il giardino e rigoglioso e ben curato. D’altronde il verde nelle ville deve essere sempre così, al contrario nessuno prenoterebbe per trascorrere una giornata all’aria aperta come quella che trascorrerò io con i miei cari.

Martedì, 25 Febbraio 2020 11:01

Letter@21 - Vallette al centro: il laboratorio

Alzo il braccio e guardo l’orologio, le lancette puntano le nove. Sono rivolto verso il cancello che dovrebbe consentire l’accesso al laboratorio di Eta Beta se solo qualcuno lo aprisse. Sembra non esserci nessuno nei dintorni, se non M. A. e G. C. che appoggiati schiena al muro, attendono con me l’apertura.

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