A volte così, inaspettatamente, avvengono cambiamenti epocali, vere e proprie rivoluzioni per le quali si era combattuto per anni senza ottenere il benché minimo risultato.
Si tratta di una novità importante. I prelievi del DNA, un tempo previsti solo durante il corso di indagini penali, diventano obbligatori anche per altri soggetti.
In tanti anni di detenzione ho visto poche volte la sala del Teatro all’interno della Casa Circondariale “Lorusso-Cutugno” di Torino così gremita come lo era il 6 febbraio, in occasione del convegno dall’evocativo titolo “Dialoghi sul perdono”. Il progetto giunto alla sua seconda edizione organizzato dal D.A.P., che coinvolge scuole di tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di dare un nuovo significato alla parola perdono, ha visto in quest’occasione l’International School of Forgiveness varcare i cancelli del carcere di Torino.
“Un patto nato in cella per evadere insieme grazie ai permessi”, “I due pericolosi criminali erano in licenza. Ora sono in fuga” potremmo continuare per tutta la pagina con i titoloni ad effetto comparsi negli ultimi tempi per raccontare fatti di cronaca legati a dei detenuti. In un periodo storico nel quale la narrazione populista e demagogica la fa da padrone la strillata notizia non fa altro che innalzare pericolosamente il livello dei decibel emotivi al solo fine di bucare lo schermo o “fare” lettori.
In un’ora e mezza “Abbiamo attraversato” i parchi naturali di mezzo mondo, rimanendo fermi ad ascoltare. “Abbiamo camminato”, talvolta sotto la pioggia, lungo sentieri circondati da alberi monumentali, senza nemmeno accorgerci di essere nello stesso posto... o per meglio dire “Di essere circondati da tutt’altro, all’infuori che alberi!”