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Mercoledì, 27 Giugno 2018 09:40

14 giugno carcere di Torino: un ritorno atteso due anni

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Per La Drola il campionato è finito, le prove decisive si sono concluse non nel migliore dei modi perché la classifica parla chiaro siamo ultimi. In tutto il campionato abbiamo vinto solo una partita con due punti di differenza, ma per alcuni dei ragazzi della Drola era rimasta ancora una partita molto importante da giocare il ritorno della partita con il Giallo Dozza.

Mi ricordo due anni fa quando la Drola ha viaggiato per 400 Km per incontrare il Giallo Dozza a Bologna a casa loro. Eravamo preparati al meglio per quella partita, ma non c’è stato niente da fare abbiamo perso lo stesso, erano più freschi, più riposati e lo hanno dimostrato in campo.
Noi ci siamo fatti forza l’uno con l’altro non dovevamo preoccuparci è normale perdere una partita come quella, siamo stati in viaggio dalle 4 di mattina non potevamo essere freschi come loro. La speranza era per la partita di ritorno. Allora si che avremmo potuto dimostrare quanto valiamo. Era questo il pensiero al ritorno da Bologna, sconfitti ma contenti per come avevamo giocato. [la testimonianza della partita è presente nel n° 4 della rivista Letter@21 - febb. 2017]

Oggi sono passati due anni e più della metà dei giocatori della Drola è cambiata, così come non sono gli stessi neanche tutti i giocatori del Giallo Dozza. L’appuntamento per il ritorno è fissato giovedì 14 giugno qui a casa nostra a Torino.
Finalmente il 14 giugno arriva, ci prepariamo e partiamo verso il campo, gli avversari sono già arrivati sono in viaggio dalle 3 di mattino, hanno percorso 400 Km per venire qui come avevamo fato noi due anni fa. Prima del match li salutiamo e scambiamo due chiacchiere, quindi entriamo negli spogliatoi, dove il nostro mister elenca i nomi dei primi quindici giocatori che scenderanno in campo. Usciamo dallo spogliatoio per riscaldarci, siamo carichi, sembriamo dei leoni in gabbia, guardiamo l’arbitro ogni due minuti, non vediamo l’ora che dia inizio alla nostra rivincita.  L’atmosfera è unica e le emozioni sono alle stelle, gli spalti, questa volta, sono pieni di tifosi come mai era successo prima, non potevamo desiderare di meglio.
È uno stadio e “una partita” a tutti gli effetti, questa giornata mi ha fatto tornare al passato smuovendo le emozioni che provavo ogni domenica, quando giocavo a calcio in stadi colmi di tifosi.
Sugli spalti erano presenti persone molto importanti cha hanno contribuito a realizzare questa bellissima giornata dal Direttore della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino, Dott. Domenico Minervini ai rappresentanti del D.A.P , educatori, educatrici e personale del carcere, oltre alla Direttrice del Carcere di Bologna accompagnata da educatori e personale dell’istituto felsineo. Non mancavano personalità del mondo dello spettacolo, Chef Rubio, e rappresentanti della Federazione Italiana Rugby.
Mentre guardavo i tifosi e provavo queste emozioni, l’arbitro chiama il capitano e la squadra per il riconoscimento, mancano ancora cinque minuti al fischio d’inizio, un’attesa eterna, finalmente il momento di iniziare è arrivato, le squadre sono schierate per il calcio d’inizio. Palla agli ospiti e comincia una battaglia infinita, passano due minuti, prendo un cartellino giallo, la voglia di fare mi ha soprafatto e mi ha portato a perdere il controllo e a sbagliare, cosi l’arbitro mi butta fuori per dieci minuti. I miei compagni sono con un uomo in meno passano pochi minuti e gli ospiti passano due volte in vantaggio e io sono fuori in punizione. È un dolore interiore immenso vedere la mia squadra che subisce e non poterla aiutare. Dopo dieci minuti entro nuovamente e in poco tempo segniamo due mete una io e l’altra il secondo centro, queste mete aiutano i miei compagni mentalmente, riusciamo a cambiare la partita, stiamo giocando bene, proviamo le nostre giocate, nonostante nella mischia abbiamo difficoltà. Termina un primo tempo combattuto, anche se inizia a vedersi la stanchezza negli occhi dei ragazzi. Prima di cominciare il secondo tempo parlo ai miei compagni, cerco di dargli coraggio, ma li vedo spenti come se si fossero già arresi.
Nel secondo tempo la partita cambia in peggio per noi, loro segnano ancora e noi non combattiamo più, siamo bloccati, non so se sono le emozioni o la mancanza di preparazione fisica o la paura degli avversari da parte dei nuovi. Comunque sia il Giallo Dozza ci ha stracciato e fa male.

Abbiamo aspettato due anni per giocare questa partita e non siamo stati capaci di mettere in campo tutto quello che sappiamo fare. Sono venuti a Torino viaggiando dalle 3 di mattina e dopo 400 Km. erano più freschi e in forma di noi, sembrava che avessimo lavorato ai lavori forzati tutta la notte. Vedevo gli avversari correre come dannati, combattere come leoni e i miei compagni in campo sembravano bambini in guerra che cercavano la pace, ma in un campo di rugby non c’è la pace, ma solo battaglie e guerre da vincere.
La giornata del 14 giungo è stata una giornata bellissima nonostante il risultato sportivo, una giornata piena di emozioni e incontri con persone e ospiti speciali come Chef Rubio e tanti altri.  Ringrazio tutti coloro, dal Dott. Minervini a Walter Rista e Mattia Basile, che hanno permesso di organizzare questo show unico, che ci ha regalato una giornata a cinque stelle a tutti gli effetti, permettendoci di vivere per una giornata in paradiso, visto che in cattività viviamo da tanto tempo.

E. A.

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