Accompagnato da una collaboratrice del suo Ufficio, il Garante si è intrattenuto con la redazione per buona parte della mattinata. Un tempo quanto mai prezioso dal quale è scaturito un reciproco confronto e dialogo denso di domande e risposte puntuali e precise.
Un’opportunità “non da tutti i giorni” per la redazione, la quale da una parte ha raccontato il proprio lavoro “invitandolo ad una riunione della redazione allargata. Incontro mensile con altre persone detenute delle sezioni Polo Universitario e Rugby della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, che contribuiscono su base volontaria ad arricchire con i propri scritti sia la rivista, sia il sito di letter@21. In quanto è questa l’occasione in cui vengono discusse le tematiche inerenti alla situazione carceraria da affrontare”.
Dall’altra la redazione ha potuto ricevere alcune risposte dettagliate su questioni di carattere penitenziario da una voce autorevole, grazie al cui lavoro, insieme e congiuntamente al Garante Nazionale, Dott. Mauro Palma, e ai Garanti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà comunali, nel caso del Comune di Torino la Dott.ssa Monica Cristina Gallo “le carceri italiane sono migliorate è i diritti dei detenuti vengono tutelati e rispettati”.
Se le attività dei garanti sono più o meno conosciute da parte della popolazione carceraria a destare stupore sono “la molteplicità dei momenti di sensibilizzazione dell'opinone pubblica promosse e delle attività di monitoraggio”.
Interessante la risposta alla domanda sul perché se il dettame legislativo riconosce l’uguaglianza di tutti di fronte alla legge, in tema di diritto penitenziario spesso sia la discrezionalità a farne vacillare la certezza: “La discrezionalità intende salvaguardare l’indipendenza della giustizia dal potere esecutivo. Un intento nobile voluto per salvaguardare il giudizio e le persone dopo il fascismo, quando l’autonomia era venuta meno. La norma è sempre uguale, ma è il Magistrato ad interpretarla. Sulla carta il sistema istituzionale è perfetto, prevedendo che l’applicazione della stessa sia fatta dalle autorità competenti. E a volte questo si può scontrare con problemi organizzativi, in base appunto alle competenze anche territoriali”.
Chiacchierando con il Dott. Mellano in merito “allo stato della Riforma penitenziaria non ancora passata, almeno nella sua totalità, è emerso come siano molteplici i problemi, che ne stanno rallentando l’approvazione, cosa che sinceramente non ha stupito molto la redazione”.
Parlando del proprio ruolo di difensore civico che svaria e tocca tutte le tematiche degli istituti penitenziari (sanità, affettività, ecc.) è stato ribadito come la figura del Garante, per essere efficace, debba avere un continuo e chiaro rapporto di collaborazione con il Garante Nazionale e con quelli comunali. Attività in grado nel corso degli anni di permettere a parere nostro “enormi miglioramenti. Certo i tempi e i modi, sono sempre lunghi e a volte dissennati, ma come si dice: la calma e la pazienza sono la virtù dei forti e lui, come tante altre persone che ruotano e lavorano intorno al pianeta carcere, hanno dentro di sé queste doti fondamentali, quindi consapevoli di questo, noi per tutta risposta, riponiamo la nostra speranza e la nostra fiducia in loro …”.
La Redazione