Venerdì, 21 Aprile 2017 19:10

Gli oggetti del carcere per raccontare storie di persone

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Un modo diverso per raccontare il carcere, non attraverso i volti o la presenza dei detenuti, ma tramite manufatti realizzati dagli stessi. Due mostre per narrare le storie di persone private della libertà in maniera delicata e lontana dagli aspetti pruriginosi legati al carcere, sino al 3 maggio presso l’URP del Consiglio regionale del Piemonte a Torino.

Fotografia e ceramica artistica sono i protagonisti dell’allestimento di Via Arsenale 14/g. Nel primo caso a rivelare cosa può significare la quotidianità dietro le sbarre sono le fotografie di Daniele Robotti, realizzate all’interno della Casa di Reclusione San Michele di Alessandria. Nel secondo a svelare le potenzialità insite nella “conversione dell’uso delle mani in un percorso legale”, per offrire nuove opportunità professionali e competenze, sono le ceramiche realizzate dai ragazzi del Ferrante Aporti.

Ingresso, detenzione, riabilitazione, lavoro, spiritualità e gestione del tempo, sono quello che si ritrova ed emerge immediatamente dall’osservazione degli scatti di Daniele Robotti. C’è il “passeggio” ed il muro di cinta, ci sono i forni realizzati con materiali di recupero e le pentole, per evadere dai gusti della mensa, e tanto altro. Soprattutto ci sono la creatività, l’inventiva e la capacità di adattamento per migliorare con poco “la propria qualità di vita in qualche decimetro quadrato. In un luogo dove “l’aria” è l’unico spazio senza un soffitto sulla propria testa” come sottolinea lo stesso fotografo. Un esempio di come, prosegue Robotti, “la creatività possa servire a vivere meglio”. Nato per caso il progetto si è arricchito nel tempo, diventando un libro che presenta oltre alle fotografie una serie di interviste alle persone recluse curate da Mariangela Ciceri, edito da Edizioni03 ed acquistabile online anche su Amazon.

Le ceramiche del Ferrante Aporti rappresentano molto più che “oggetti”, sono la voglia “di non appiattirsi sulla meccanicità, di esprimere un percorso artistico e di emersione delle competenze, stimolando l’autostima” come spiega Pasquale Ippolito di Foorcop. Responsabile dei laboratori professionali presso l’Istituto Penale per Minorenni  di Torino, Ippolito porta avanti insieme ad altre realtà come Engim e Fondazione Casa di Carità  questa idea. “Un’idea di formazione capace di trasformare l’obbligatorietà in passione”.

All’inaugurazione del doppio allestimento hanno partecipato i Garanti dei detenuti regionale e del Comune di Torino Dott. Bruno Mellano e Dottoressa  Monica Cristina Gallo, i cui interventi hanno ampliato le riflessioni sulla situazione carceraria, oltre i manufatti.

La cura che emerge dalla disposizione e dalla realizzazione degli oggetti presenti, quindi dall’importanza rappresentata dagli stessi per le persone detenute,  ad esempio, non sempre viene rispettata nel caso di perquisizione di una cella” la considerazione della Dottoressa Gallo.  Le ceramiche sono presenti anche presso Freedhome, lo store dell’economia carceraria  di Via Milano, 2 a Torino.  ”Un conflitto quello della ’fantasia al potere’, che spesso confligge con la sicurezza” come ha ribadito il Garante regionale sottolineando un dato “l’Italia è il paese che più spende in merito alla custodia, mentre è sul trattamento che bisogna investire”.  Un paradosso in questa giornata come quello “delle mancate autorizzazioni per espandere ad altri territori il progetto elaborato ad Alessandria”.

 (G. B.)

URP Consiglio regionale del Piemonte – Via Arsenale 14/g, Torino
Orario: lun. – gio. 09:00-12:30 / 14:00–15:30; ven. 09:00-12:30
Sino al 3 maggio 2017

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