I 18 “tavoli di discussione” dovrebbero apportare delle migliorie al sistema organizzativo e burocratico dell’apparato carcerario, modificando o rinforzando quelle disposizioni normative che sono rimaste ancorate al periodo in cui furono pronunciate. Ad esempio ogni Casa Circondariale o di Reclusione dovrebbe aderire a un regolamento interno che venga omologato uniformemente a tutti gli Istituti di pena vigenti sul territorio nazionale. Altrimenti come talvolta accade il detenuto che sta espiando la pena nel carcere di Bollate avrà un potenziale di reinserimento nella società più agevolato rispetto invece a un detenuto che si trova nel carcere di Poggio Reale. Queste disparità trattamentali dovrebbero modificarsi a favore di una maggiore uguaglianza nelle condizioni di detenzione. Questa iniziativa da parte del governo ha come obiettivo quello di riqualificare gli Istituti di pena in una prospettiva migliorativa sia in favore dei detenuti che dovrebbero usufruire di pari opportunità nella sfera dell’istruzione, del lavoro, della salute, dei benefici e molto altro, sia per agli agenti penitenziari che potrebbero svolgere il loro lavoro in un contesto più avanzato. Come ben evidenziano le parole del Ministro della Giustizia Andrea Orlando, durante la presentazione dell’iniziativa: “L’idea è quella, una volta superata la fase dell'emergenza di creare uno spazio, della durata di sei mesi, di ampio e approfondito confronto” …
Per questa iniziativa è stato coinvolto Claudio Sarzotti, docente Università degli Studi di Torino, anche presso il Polo Universitario della Casa Circondariale di Torino, in qualità di coordinatore del tavolo n. 17 “Processo di reinserimento e presa in carico territoriale”. (Fonte: www.giustizia.it). Con il compito di stilare un documento in cui vengono proposti interventi strutturali e organizzativi, al fine di migliorare la qualità umana di detenzione ed adeguare il nostro sistema carcerario a quelli europei più all’avanguardia.