Emozioni e felicità affollano i miei pensieri, riportandomi all’età dell’infanzia, quando, nel paese dove sono cresciuto, una volta all’anno il comune organizzava uno spettacolo circense. Nella mia città non esisteva un circo, perciò ogni anno clown, acrobati, giocolieri venivano dalla capitale, e noi bambini li aspettavamo impazientemente.
Piano piano l’euforia per l’evento si sparge nella sezione e le domandine cominciano a depositarsi sulla scrivania dell’Ufficio Comando. Una sorpresa però attendeva tutti quanti coloro che volevano assistere all’evento. Il giorno dello spettacolo ad essere autorizzati sono state cinque persone per ogni sezione, ed io non ero tra questi. Ma le sorprese non erano termite, il permesso era arrivato. Ero stato incluso tra i partecipanti, grazie alla defezione di una persona reclusa della mia sezione.
Nel teatro, prima che lo spettacolo iniziasse, gli artisti si trovavano dietro il palcoscenico, in attesa di dare vita, forma e colore alle proprie performance. L’esibizione è stata aperta da giocolieri con le palline, accompagnati nelle evoluzioni e negli esercizi da quattro detenuti che avevano frequentato un corso di giocoleria in carcere. Un’attività che l’Istituto aveva realizzato in collaborazione con la Scuola Cirko di Torino, ora Scuola Cirko Vertigo a Grugliasco. Sul palco si sono poi alternati i giovani artisti professionisti del Cirko Vertigo, i quali con i propri movimenti e gli sguardi sono riusciti a coinvolgere tutti gli spettatori, che accompagnavano con applausi ritmati la colonna sonora dei singoli numeri.
Lo show è durato poco più di un ora, ma a me è sembrato che fossero trascorsi pochi minuti. I ragazzi del Cirko Vertigo hanno portato emozioni e sorrisi in un luogo dove la felicità della vita è spenta. Grazie a loro dentro di me sono riaffiorati i ricordi, così una volta tornato in cella ho deciso di fare anche un disegno per avere il circo della mia infanzia sempre con me.