Questo è quello che si potrebbe fare in tale ambiente, un messaggio di prevenzione chiaro a tutti.
Nel mio caso seguo tutto alla lettera, perché soltanto così credo si possa sconfiggere questo maledetto virus o quanto meno la sua diffusione.
Usare la mascherina in carcere è fondamentale, perché negli spazi in cui si è ristretti la distanza di sicurezza è un po’ complicato mantenerla. Il carcere è il posto per eccellenza dell’assembramento, qui mantenere la distanza è quasi impossibile, a parte al passeggio dell’aria o in un eventuale campo sportivo, altri spazi non ci sono. Senza pensare alle difficoltà di evitare l’avvicinamento con altre persone in doccia o nella cella, che quindi risultano i luoghi più rischiosi.
Di recente, un pomeriggio, mentre stavo lavando la doccia, alcuni dei compagni di squadra mi hanno fatto notare che ho l’ossessione della pulizia, rivolgendomi alcune battute in modo scherzoso, ridendo ho risposto che non era affatto cosi, perché lavare e disinfettare i posti comuni o le superfici è molto importante per la salute in generale. Ma viste le circostanze e l’emergenza sanitaria da Covid-19 deve essere un’abitudine, un dovere, una necessità per la sicurezza di tutti. Per questo stavo pulendo anche se non era il mio compito. Durante questa seconda ondata di pandemia non c’è più posto per l’indifferenza.
Ora, ad esempio quando incontro persone che arrivano dall’esterno o mi reco in luoghi dove è prevista la presenza di più persone, uso sempre la mascherina per proteggermi e proteggere gli altri e non sempre vedo questo atteggiamento da parte di coloro che possono essere potenziali positivi.
Redazione