Martedì, 22 Ottobre 2019 14:02

Il marchio dell’ex carcerato

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Nella vita quotidiana ci sono molte difficoltà e sacrifici da fare per costruirsi una vita normale, ma per una persona che ha avuto un passato difficile con la giustizia lo è ancora di più. La normalità non si compra, ma si costruisce con il tempo e un ex detenuto deve sudare quattordici camicie, non sette, per vivere una vita normale.

Dopo una lunga detenzione, fuori, ogni cosa è più difficile, è un cambiamento radicale e una volta uscito dal carcere pensi di avere superato le difficoltà, ma non è cosi. Fuori cominciano i veri problemi, c’è un mondo che ti aspetta e tu pensi di essere pronto ad affrontarlo.
Quando sei in carcere, chiuso dentro a quattro mura incontri di tutto persone con caratteri diversi, di etnie differenti e non pensi alle difficoltà del fuori , allontanando “il momento della liberazione, altrimenti c’è da spaccarsi solo la testa contro il muro. Pensando all’oggi, al domani, alla partita di calcio, alla socialità con gli altri detenuti e a prendere il giorno per come viene fino al momento dell’uscita.
Quando ti mettono nella tua cella, e senti sbattere il cancello, allora capisci che è tutto vero. L’intera vita spazzata via in quel preciso istante. Non ti resta più niente, solo una serie interminabile di giorni per pensare a come uscire da quel pozzo senza fine.

Ma ogni cosa che ha un inizio ha anche una fine e il carcere è un passaggio di vita dove incontri molti ostacoli per raggiungere il tanto desiderato mondo esterno, ma c’è un ostacolo insuperabile, sia dentro che fuori il marchio del “carcerato o dell’ex carcerato” che pesa come se avessi un palazzo sulle spalle e ti perseguiterà per tutta la vita.
Sei sempre sotto giudizio, nonostante che tu faccia di tutto per dimenticare, cercando di relazionarti con le persone e andare avanti, ma il passato è sempre presente buttandoti pesci in faccia.

Tu cerchi di nascondere la sofferenza del passato, ma a volte la tua faccia e i tuoi comportamenti ti tradiscono e fanno capire il mondo in cui hai vissuto per molti anni, e ogni volta che vieni scoperto prendi un pugno nello stomaco. Un colpo fatto di pregiudizi.
Prima che le persone sappiano del tuo passato le cose vanno bene, ma appena vengono a sapere che sei stato in carcere e con uno specifico reato, vedi le facce delle persone riempirsi di disprezzo.
Te ne accorgi subito del cambiamento, ti salutano tanto per salutarti senza guardarti in faccia, ti fanno sentire come se fossi venuto da un altro pianeta, come se non fossimo umani entrambi e il tuo passato ti rendesse diverso da lui. Ricevi molti sorrisi falsi dalle persone, da qualcuno li ricevi per pietà perché vieni da un mondo difficile, altri ti danno una speranza e ti fanno sentire normale, però solo in quel momento, ma appena il discorso va più in là torni ad essere marchiato.

A ogni colloquio lavorativo, a ogni appuntamento negli uffici statali devi spiegare il tuo passato, dove hai vissuto per molti anni, così fai fatica a dimenticare le sofferenze del passato, non ci riesci.
Il conto del passato si presenta puntuale, sempre, facendoti sentire un essere umano disprezzato, diverso, ricordandoti le finestre, le porte di ferro, le notti di paura e solitudine, dove a ogni ora sentivi passi dall’incedere greve e vedevi dallo spioncino solo una faccia di guardia, che accendeva la luce per controllare dentro, urlando: “Stai bene?
Ricordandomi quello che ero.

Chi non conosce la persona, perché dovrebbe giudicarla solo per il suo passato?
Non dovrebbe valutare il cambiamento?
Il mondo è pieno di paure e di sofferenza, perché non proviamo ad astenerci dal giudizio?
Pensare di risolvere il tutto attribuendo un “marchio” fa affondare e aumentare ancora di più nei problemi e nelle difficoltà una persona. Ex carcerato è un’etichetta di sofferenza e di malessere per un passato che deve essere superato, per ricominciare a vivere.

E. A.

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