Molti cercano di eliminarci col giornale, mentre i più giocosi ci usano per fare vere e proprie gare, usando i miei simili e puntando sul primo che taglia un traguardo da loro stabilito.
È così soddisfacente vedere questi umani divertirsi con noi che ci facciamo le passeggiate e con loro che ci guardano, e pensare che ci lucrino pure sopra scommettendo, senza nessun maltrattamento.
Sapete, un giorno ero tranquillo nell’area ecologica, quando un umano, addetto “scopino” come si dice qui in galera, venne con un grosso sacco nero e buttò una marea di vestiti. Avevano appena svuotato un grosso magazzino pieno di indumenti, e da lì a poco un’orda di esseri umani sarebbe venuta a saccheggiare i vestiti che erano stati buttati.
Scartavano, sceglievano con gusto i pezzi più pregiati o di gusto, hanno salvato veramente buona parte di ciò che sarebbe stato immondizia.
Hanno un grande senso civico questi detenuti: al posto di sprecare le cose usate da chissà chi, le riuseranno per chissà quanto tempo, quello che per te è spazzatura per qualcuno può essere un tesoro.
Un’economia circolare davvero ben integrata nel loro costrutto sociale.
Un'altra usanza che ho notato è quella del prenotarsi dei doni: vanno dai loro simili e iniziano dicendo: “Oh che bella maglietta”, poi iniziano a fare altri apprezzamenti, controllano che sia della misura giusta e poi: “Oh ma quando esci me la dai! La voglio come tuo ricordo”.
A quel punto sono soliti rispondere di sì, perché la voglia di libertà è sopra ogni bene materiale, e pare male non promettere un bene al proprio compagno di detenzione.
Per questo quando si avvicina la scarcerazione ogni oggetto o indumento viene già anticipatamente prenotato.
“Oh quell’orologio è mio quando esci, mi raccomando”.
“Quelle cuffiette non darle a nessuno. A me, solo a me, se no son dolori”.
“Ascolta, la radiolina non so proprio dove comprarla, mi dai poi la tua quando esci”.
Sono veramente legati a questi ricordi gli umani qui dentro, così affettuosi tra di loro.
È però un tratto caratteristico solo di alcuni, non di tutti, certi di loro non ne vogliono sapere di fare doni, e rispondono con questa frase: “Oh in galera da solo sono venuto e da solo ci esco, non devo niente a nessuno e se proprio vuoi un mio ricordo ti lascio una foto!”.
Ma gli altri umani lo vivono male questo rifiuto, sono troppo empatici, non saranno interessati alla foto perché poi magari guardando il loro ex compagno detenuto che non è più con loro gli viene la nostalgia e soffrono, ma dei beni materiali ne sono ghiotti.
Quelli sì che ricordano il tuo amico detenuto, quello è vero ricordo di amicizia fraterna, soprattutto se sono indumenti di marca, quelli consolidano una forte amicizia.
Una volta vidi uno raccogliere dalla spazzatura una maglietta arancione con sopra un falco disegnato, andò a donarla a un altro umano e lui rimase davvero felice del dono, ma poi un giorno un altro di loro rivendicò la proprietà, dicendogli che se voleva la maglietta poteva dirglielo al posto di raccoglierla dall’immondizia. Questa cosa mortificò molto il ragazzo che andò a chiedere spiegazioni di quel gesto: “Ah, ma non lo sapevo che era nella spazzatura”, non capisco perché gli abbia mentito, perché se la sia presa, io li vedo sempre cercare nella spazzatura.
Non capisco cosa gli abbia dato fastidio, gli fanno un regalo e si permette anche di fare il broncio, che strani questi umani.
Guardando questa specie mi rendo sempre più conto dell’umanità di noi animali, e della bestialità degli esseri umani.
Redazione