“La palazzina dei semiliberi” non ha niente a che fare con il mondo interno di un carcere è un altra realtà, composta da persone che hanno la possibilità di fruire come alternativa alla pena o dell’art.21 o della semilibertà. La parola “semiliberi” la dice tutta, non si è del tutto liberi, ma si esce per lavoro e rientra di sera per dormire, in base al lavoro che si svolge e alle opportunità che si hanno sull’esterno (ad es: studio, possibilità di volontariato, opportunità di una abitazione che risponda ai requisiti richiesti dal trattamento, ecc.)
Tutti questi prerequisiti consentono di rimanere fuori fino a tarda sera. Ma in mancanza di relazioni sul territorio tutto è più complicato, perché si resta fuori solo per la durata dell’orario di lavoro e poco altro. Se non si ottengono i permessi, ad esempio durante le festività non si può uscire e si rimane chiusi e nella “palazzina dei semiliberi” dove non c’è nessun tipo di attività ricreativa o culturale, poiché teoricamente sarebbero attività da svolgere fuori.
Una volta che cominci a uscire è molto duro psicologicamente passare le festività chiusi, ma come per ogni cosa ci sono i pro e i contro anche in situazioni come queste: ci si sta sperimentando nell’affrontare una diversa condizione, si inizia a costruire un proprio percorso e nuove prospettive di vita e … ci sono nuovi sacrifici da fare!
Redazione