L’estate penitenziaria di Torino è così ricca di questi eventi che, a volte, sembra di essere altrove. Basta “farsi un giro” per le vie adiacenti al padiglione E, meglio noto al grande pubblico come sezione Arcobaleno, per scoprire che qui, l’atmosfera, è davvero un arco di bande colorate.
Ogni tanto poi, quasi sempre nel mese di settembre, capita anche di assistere all’arcobaleno lunare. La forte luce della luna, nella notte, regala delle sfavillanti striature bianche che pare segnino la via più breve per il paradiso.
Questo gioco di luci e ombre, contornato da colori tetri, illuminati da lampade fioche, qualche settimana fa, ha fatto da scenario a una cena di sogni e speranze servita proprio a base di gloria.
Alla vigilia della notte che ha assegnato i Leoni D’oro al Festival di Venezia, lo staff organizzativo dei “Giochi Estivi” del carcere di Torino ha pensato di concludere l’edizione 2016 con la consueta cena di arrivederci al prossimo anno.
Anche questo rito, oramai, è diventato un classico: un gustosissimo rituale che, per una sera, rompe con i tradizionali menù serali e offre dei veri e propri “giochi gastronomici”.
Quest’anno, gli invitati interni ed esterni, sfiorano quota cento. Ripartiti per squadra sul lungo tavolo, allestito per l’occasione “a ferro di cavallo”, godevano tutti quanti della stessa visuale: un grande tavolo con una montagna di premi da assegnare.
Il risultato finale non costituisce alcuna sorpresa: com’era stato pronosticato in sede di presentazione, l’accoppiata cultura/sport rappresentata dal team Cannoli Siciliani, formazione inedita con un cospicuo numero di rugbisti e da un esile rappresentativa di universitari del Polo, ha avuto la meglio.
Il primato nella corsa campestre, nel torneo di go-back, nelle mini olimpiadi e nella prova di intelletto “Logicamente”, insieme a una serie di buoni piazzamenti, ha fatto sì che questa commistione di sapere e forza abbia sbaragliato la concorrenza degli avversari.
Ma nella serata conclusiva dei giochi non c’è stato spazio per i rammarichi e per rimpiangere le imprese sfumate. La poesia dei giochi e la prosa dei giochetti, dopo le fatiche, gli sforzi e la dispersione di energie, ha regalato a tutti la tanto attesa e meritata gloria: vera anima romantica di una piccola tribù di coltivatori dello sport sostenibile.