Appena “l’addetto alla distribuzione pasti” valica l’ingresso della sezione un forte profumo di cavolfiori e un mix di altri odori che non sono in grado di identificare mi pervadono, facendomi sperare in un pranzo appetitoso. Mentre la massa si sposta per essere servita, rimango incastrato tra le persone e questa volta vengo inondato nuovamente da odori particolari, ma che ricordano più un’ascella piuttosto che un bel cosciotto di maiale. Dopo svariati spintoni riesco finalmente a liberare naso e corpo e a portarmi in posizione di vantaggio su tutti gli altri. Pasta e cavolfiori, come avevo preventivato, “mattonelle di spinaci” (alimento a forma di cotoletta rigorosamente surgelato e fritto prima della consegna con ripieno agli spinaci) e insalata.
Non così male. Riempii i piatti per me ed i miei compagni e mi recai nuovamente in cella.
Una volta arrivato una nuova serie di effluvi mi pervasero, questa volta ricordavano delle uova e … pancetta, forse speck ma qualcosa di simile di sicuro. Y non aveva aperto la finestra, l’odore era tanto forte che mi arrabbiai.. Mi disse che le uova stavano scadendo ed erano da consumare, così aveva deciso di fare una piattata mista di uova e affettati, alcuni “scottati” ed alcuni no.
Ci sedemmo a tavola e mangiammo. Al termine del pasto mettemmo sul fuoco il caffè, che da subito cominciò a sprigionare una serie di aromi stupendi.
Era sempre un piacere “accendere il caffè”, avrei voluto farlo al centro della stanza.
Il profumo era ottimo e persistente, con quel retrogusto di cacao e quell’intensità tenace che per un istante sembrava coprire la puzza di galera.
Era fantastico.
E. R.