Un trend che appare chiaro è sintetizza quanto fotografato dal “XIII Rapporto sulle condizioni di detenzione”, curato dall’Associazione Antigone, quest’anno per la prima volta consultabile direttamente online. “Torna il carcere”. Titolo quanto mai evocativo quello scelto per il report 2017, ma non solo, anche ampiamente descrittivo del rapporto tra carcere e politica nel nostro paese, analizzato e descritto nelle pagine web, nonché raffrontato con le strategie internazionali sugli stessi temi. Parole, analisi e numeri che documentano un andamento pervaso dall’ossessione della sicurezza e di riforme smarrite. Ponendo alcuni quesiti che necessitano di risposte. Che fine hanno fatto gli Stati Generali? Dentro il carcere cosa succede? Cosa è seguito all’iniziale apertura delle celle durante il giorno e al rafforzamento della sorveglianza dinamica? Perché aumentano le persone private della libertà, nonostante i reati diminuiscono?
Generalmente ad un aumento della popolazione detenuta corrisponde un peggioramento delle condizioni di chi vive la detenzione, come ben illustra la lettura del rapporto. Condizioni che potrebbero portare l’Italia verso un nuovo stato di emergenza, una situazione analoga a quella del 2013, quando la Corte Europea di Strasburgo fu costretta a multare l’Italia per le condizioni disumane in cui versavano le carceri italiane (Sentenza Torreggiani).
Il rapporto, articolato in 4 punti (“Le politiche e i numeri”, “Tutti ne parlano. Le emergenze”, “Chi vive dentro”, “Chi lavora dentro”) analizza le cifre del “mondo penitenziario”, il carcere e gli stranieri, i costi del sistema penitenziario, ma soprattutto temi molto attuali come la radicalizzazione, l’autolesionismo e i suicidi all’interno dei penitenziari. Non mancano gli approfondimenti sull’annoso tema della disabilità “vissuta” all’interno delle strutture penitenziarie e il diritto alla salute. Infine, i numeri relativi agli operatori che gravitano all’interno del carcere. Secondo i dati forniti dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria il sistema penitenziario italiano risulta essere caratterizzato sia da una forte disparità fra operatori di polizia penitenziaria e detenuti (il rapporto “parla” dell’1,67 %, ovvero di un agente di polizia penitenziaria per quasi due detenuti) sia di una generalizzata carenza di educatori (il divario fra organico previsto e organico in forza si attesta intorno ad un valore medio di -35,03%).
Per consultare online il rapporto “Torna il carcere”: www.associazioneantigone.it
(Redazione)
Fonte: www.associazioneantigone.it