Letter@21, rivista dal carcere di Torino, presenta i dieci racconti finalisti del concorso nazionale di scrittura del festival delle arti dentro e fuori “LiberAzioni 2019”. Un’occasione per riflettere su come l’inclusione e la cultura possano abbattere i muri che separano i territori. Il carcere dal “fuori”, le periferie dal centro.
Intervengono Monica Cristina Gallo (Garante dei diritti delle persone private della libertà Comune di Torino), Bruno Mellano (Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà Regione Piemonte), Georges Tabacchi (Co-diretore Biennale della Prossimità e Presidente Consorzio Sociale Abele Lavoro), Susanna Ronconi (Associazione Sapereplurale) e Valentina Noya (direttrice festival LiberAzioni). Letture a cura dell’Associazione Quinto Polo.
Quest’anno per il concorso “Io sono tanti, tante”, ideato e curato dalla Cooperativa ETA BETA e dall’Associazione Sapereplurale, all’interno del festival delle arti dentro e fuori LiberAzioni (progetto finanziato con il Programma AxTO), sono stati più di cinquanta i racconti pervenuti dalle carceri di tutta Italia. Dieci i racconti finalisti selezionati per essere sottoposti al giudizio di tre giurie: mista, composta da professionisti del settore e detenuti dell’alta sicurezza della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino; popolare, con i partecipanti al laboratorio di scrittura autobiografica tenutosi presso la Biblioteca Civica “Cognasso” di Torino e dell’Associazione Informazione per il premio Diritti Globali.
Narrazioni capaci di raccontare la sofferenza e i sentimenti della detenzione, che emergono forti e prorompenti dalla maggior parte degli scritti, riuscendo a cogliere aspetti “introspettivi e filosofici che ruotano intorno alla sfera dell’Io, alla ricerca del proprio essere tra mille voci dissonanti”, o che possono “utilizzare un muro come valore simbolico, la storia di un confine, che grazie all’amicizia e all’arte viene abbattuto”, senza tralasciare “storie di grande profondità emotiva che riescono a mettere in luce il senso di solitudine e disperazione di fronte alle difficoltà della vita.”
Storie da dentro che sono anche storie del fuori, perché il carcere è specchio di quello che accade all’esterno. Dove il dentro e il fuori, si mescolano, si confondono, ci disorientano con quello che sia dentro sia fuori c’è o si pensa possa esserci in comune e dove si scopre, nel luogo in cui meno ce lo si aspetterebbe, come vi possa essere “un incontro positivo tra differenze”.
Differenze che grazie alla cultura possono trovare terreni d’incontro per promuovere una società più inclusiva superando la dicotomia periferia/centro.
Con Letter@21 e il festival LiberAzioni la voce “di dentro” riesce così a valicare il muro e riecheggiare tra le pagine di una rivista dove il carcere viene trattato per quello che realmente è, senza mai risultare distopico, cercando di trasmettere una corretta informazione, tramite chi il carcere, è costretto a viverlo sulla propria pelle.
La cooperativa Eta Beta dal 2001 lavora con i detenuti e per i detenuti, dal 2016 realizza Letter21 all’interno del carcere di Torino.
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