L’Istituto di Alba, ha ripreso la “propria operatività”, dopo la sospensione delle attività, nei primi giorni di gennaio del 2016, causata da un’epidemia di legionellosi ed il conseguente trasferimento ad altre carceri delle persone che vi erano ristrette. Da poco più di tre settimane le persone recluse sono “ospitate” presso una palazzina restaurata e ristrutturata nel 2014, in grado di ospitare 32 persone private della libertà. In realtà ad oggi sono 48 le persone detenute presso la Casa di Reclusione, numero che determina un tasso di sovraffollamento dell’Istituto albese pari al 150%. Una criticità che compromette la stessa fruizione degli spazi, limitando altresì socialità ed attività.
Una situazione di fatto che preoccupava sia Alessandro Prandi - Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Alba – sia gli stessi detenuti ed il personale della custodia, già dal 14 giugno. Data della visita del Garante comunale, prima dell’arrivo di 20 nuovi giunti che hanno appunto portato il numero complessivo dei detenuti a 48, e che veniva puntualmente segnalata al Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria.
Questo in sintesi la premessa contenuta nella lettera inviata da Bruno Mellano - Garante Regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale – e Alessandro Prandi al Ministro della Giustizia On. Andrea Orlando, in cui si chiede da una parte un’attenzione “all’opportunità di un utilizzo più avveduto dei posti letto, resi disponibili dai parziali interventi di ripristino di una palazzina”. Dall’altra l’urgenza di “conoscere i tempi e le modalità dei previsti lavori di risistemazione dell’intero impianto idraulico dell’Istituto per i quali sono stati messi a disposizione 2 milioni di euro nel bilancio del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per il triennio 2016 – 2018”.
Sollecitando e ricordando in questo modo il crono-programma “promesso” dallo stesso Ministro il 17 maggio durante un question-time alla Camera da parte del deputato Mariano Rabino sul carcere di Alba. Un timesheet quanto mai utile e necessario in questo momento sia per capire la volontà e i tempi di eventuali altre riaperture parziali, in modo da decongestionare l’utilizzo degli spazi attuali, sia per diminuire la tensione all’interno dell’Istituto.
(G. B.)
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