Voluto dalla Direzione della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino, in collaborazione con la Direzione del Liceo Artistico Primo e Fondazione Casa di Carità l’intervento rappresenta un passo in avanti verso l’attenzione per le persone che in un istituto di pena sono ristrette o hanno i propri cari reclusi. Una considerazione che deve essere ben presente in un’area dove, contatto, emozioni e relazioni possono fare la differenza nella qualità di vita di familiari e detenuti, tanto più quando ad essere presenti e coinvolti sono anche dei minori e dei bambini. “Reparto delicato, l’area colloqui, dove la dignità umana va rispettata e che per trent’anni non ha risposto pienamente a queste esigenze. Spazio che coinvolge molti detenuti e per questo uno dei primi a vedere intraprendere un’azione di bonifica con interventi ambientali, di verniciatura, climatizzazione e controsoffittatura da parte dell’Amministrazione” ha sottolineato durante l’inaugurazione del 6 febbraio il Dott. Domenico Minervini – Direttore della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino. Luoghi da oggi più fruibili ed accoglienti “gli “arredi tipici della detenzione” non sono più presenti, grazie all’utilizzo della Cassa delle Ammende ed al coinvolgimento degli studenti del Liceo Artistico sezione carcere e dei lavoranti del MOF, si è dato vita ad una riqualificazione estetica capace di aiutare psicologicamente a stare meglio chi di quegli spazi fruisce.“ ha continuato Minervini.
In questo modo gli arredi donati da IKEA, si trasformano in strumenti utili per attenuare nervosismo e sovreccitazione, così come gli interventi artistici e plastici rappresentano un valido aiuto, per poter contenere l’emotività e le tensioni per chiunque oltrepassi all’interno le mura di un carcere.
Si è provato a dare forma alla bellezza, nonostante le molteplici difficoltà operative. Durante i lavori i colloqui continuavano, così si procedeva di stanza in stanza, in alcuni casi sono durati per 15 giorni con giornate di 8 h. lavorative. Attività che vista l’importanza dell’iniziativa, particolarmente sentita da chi recluso vi ha preso parte “perché permetteva di esprimersi in libertà e lo spazio era quello delle relazioni con l’esterno” ha visto grande partecipazione e coinvolgimento, anche del “ mondo fuori le mura”. Sono più di una le opere donate da artisti o realizzate da studenti delle sezioni del Primo Liceo Artistico di Torino, alcuni dei quali hanno potuto recarsi presso l’Istituto di pena torinese. Interventi infine resi possibili grazie alle migliorie strutturali, a partire dalla controsoffittatura, realizzate in collaborazione con Fondazione Casa di Carità. Così hanno preso forma stanze più grafiche ed alcune più pittoriche, tutte però capaci di trasmettere un’idea differente, del “luogo carcere”. Ci sono le installazioni che rendono quasi tangibile il “volo della farfalla” ed i pannelli del “mare”, non semplici decorazioni, ma opere artistiche che trasudano libertà e spazi aperti. E poi ci sono le stanze della natura, del treno (che da illustrazione diventa fumetto in quanto luogo destinato ai bambini) e dell’arcobaleno a ricordare che la vita è fatta di stagioni, passaggi, stazioni e si può riemergere. “La vita è come un arcobaleno: ci vuole la pioggia e il sole per vederne i colori dipinti nel cielo”. Colori e cielo sono il leitmotiv di un’ulteriore sala, dove sullo spartito di “Volare” di Domenico Modugno invece delle note trovano spazio le sagome di alcuni uccelli. Un invito per provare a volare verso nuove opportunità e a far si che prendano vita “nuove canzoni” per chi in quegli spazi vi transita.
G. B.