Martedì, 15 Giugno 2021 16:35

Cisco Accademy in carcere

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La nuova avventura all’interno delle mura carcerarie è cominciata. Un progetto di formazione con un partner di fama mondiale è entrato all’interno del carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino. Dopo un’attesa durata mesi è finalmente partito il Corso Cisco, destinato agli “ospiti” del Padiglione E.

Incentrato sull’acquisizione di competenze informatiche a vari livelli, il progetto ha lo scopo di creare le basi ed istruire le persone che vi partecipano allo sviluppo di abilità IT di livello professionale. Un percorso difficile e non scontato, che prevede diversi test, che se non superati, precludono il proseguimento del corso.

Il gruppo formatosi è composto da realtà e competenze molto diverse tra loro per quanto riguarda i partecipanti, ed è seguito da un professionista che si impegna a fornire i materiali necessari per il superamento finale degli esami. Una responsabilità enorme, in quanto l’attività prevede che i partecipanti siano autonomi nell’arco della giornata per quanto riguarda l’apprendimento. Saranno loro a decidere quotidianamente l’impegno e lo sforzo da investire. Mettendo alla prova le proprie capacita con test creati appositamente, dopo aver studiato le dispense digitali fornite. Tutto questo si svolge all’interno dell’aula informatica del Padiglione E, creata grazie a donazioni esterne private, dove sono presenti laptop e tutta una serie di strumentazioni informatiche necessarie per la formazione lavorativa. Un grandissimo salto in avanti per tutti coloro che da tempo (perché reclusi), non avevano la possibilità di potersi confrontare con l’evoluzione tecnologica. Permettendo loro in questo modo di rinfrescare o creare da zero un rapporto confidenziale con le cose che oggi muovono il mondo, abbassando il proprio deficit tecnologico che inevitabilmente nasce durante la carcerazione. Attraverso una formazione che riguarda tre differenti ambiti del mondo IT: “Assemblaggio Pc”, “Nozioni di rete”, “Sicurezza delle reti”.

Un progetto partito quasi venti anni fa nel carcere di Bollate, che si vanta d’aver ottenuto risultati consistenti. Creando posizioni lavorative stabili e senza pregiudizi per coloro che negli anni passati hanno portato a termine con successo questo percorso. Così una volta create basi solide all’interno della C. R. di Bollate, il progetto è entrato anche in realtà penitenziarie italiane (“Reggina Coeli” di Roma, “Secondigliano” di Napoli ecc.) per offrire le stesse opportunità anche ad altri.

Redazione

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