Non solo lo sport è praticato attivamente ma nello stesso tempo è seguitissimo. La disciplina più amata, del resto come per l’intero Paese, è il calcio.
Tale disciplina da diversi anni è tempestata da scandali, causati sia dai tesserati (calciatori), che dai dirigenti, in sostanza immaginando una piramide dove sono collocate le figure con diversi ruoli potrà osservarsi che dal vertice alla base queste sono state tutte coinvolte in qualche scandalo. L’argomento trattato in questo caso è una critica, sollevata da qualcuno che ama lo sport.
Innanzitutto crediamo che tutti sappiano che lo sport non è solo disputare gare o fare attività fisica. Anzi questo fa parte di una macchina complessa composta di regole (norme), istituzioni (Federazioni), e organi giudiziari; requisiti che costituiscono un vero e proprio Ordinamento autonomo con vertice il CONI.
Talvolta tale macchina sembra incepparsi, dimenticandosi dei valori reali a cui lo sport dovrebbe richiamarsi, con il susseguirsi di scandali che giorno dopo giorno vengono riportati nelle cronache quotidiane o nei notiziari televisivi.
Eppure da un osservatorio apparentemente molto lontano da stadi, spogliatoi, campi di calcio o sedi ci sentiamo di continuare a sperare in uno sport sano, magari ponendo l’attenzione su di una testimonianza inusuale.
“Lo sport in carcere rappresenta concretamente i propri valori poiché, è unione fra culture diverse, rispetto, integrazione e senso di appartenenza ad un gruppo che non ha interessi economici spropositati. In sostanza nelle competizioni sportive di squadra ogni individuo dà il massimo, vivendo l’intera gara con grande agonismo, perché in palio (a differenza delle gare professionistiche dove il prestigio e i conti economici la fanno da padroni) c’è la felicità del gruppo per aver vinto (anche simbolicamente una coppa di legno), correndo e praticando quella disciplina che va sotto il nome di Sport”.