Giovedì 29 agosto, all’interno dell’iniziativa di Forza Italia "Estate in carcere" il Ministro alla Pubblica amministrazione Zangrillo, ha fatto visita al carcere di Torino. Obiettivo del sopralluogo e dell’iniziativa, quello di avvicinarsi alle differenti realtà che costituiscono lo scenario degli istituti e confrontarsi con il personale circa la situazione di quella che è una delle realtà più complesse nel panorama degli istituti di detenzione italiani.
Ad accompagnarlo il consigliere regionale di Foza Italia Paolo Ruzzola, al termine della visita si è tenuto un incontro presso il teatro centrale, alla presenza di detenuti e detenute in rappresentanza dei vari padiglioni maschili e femminile, per raccogliere la testimonianza del vissuto individuale e collettivo all'interno della Casa Circondariale. Le motivazioni di questo incontro, nell'esordio del Ministro di fronte ai presenti, sono da ricercarsi nella necessità del governo di alleviare il senso di abbandono da parte delle istituzioni e toccare con mano quel tasto dolente che è rappresentato dal fronte carcere. Una situazione di allerta che, come già riportato, è andata ad acuirsi nel corso della stagione estiva toccando allarmanti picchi di criticità, episodi che non hanno risparmiato il carcere delle “Vallette”, definito dallo stesso Ministro un "punto nevralgico" proprio per l'articolata stratificazione di problematiche che gravano sull'istituto e che ne fanno una realtà caratterizzata da frequenti exploit di disagio.
Ad accogliere l'invito al confronto del Ministro i detenuti del padiglione B, che consegnano alla delegazione un documento redatto e firmato da molti ristretti all'interno del medesimo padiglione e che vorrebbe fornire una lettura di quelle situazioni che congestionano gli apparati, che dovrebbero permettere una corretta e dignitosa espiazione della condanna. Le carenze evidenziate si manifestano nella scarsità di possibilità trattamentali e di personale, e attese lunghe per venire inseriti in una qualsiasi posizione lavorativa o all'interno dei corsi disponibili. Scarsa anche la presenza di medici, psicologi e psichiatri, con evidenti lacune nella prestazione dei servizi sanitari, talvolta anche nel caso di interventi di non modesta entità.
Altro punto critico preso in esame, e più ampiamente discusso con gli interventi individuali dei detenuti dei padiglioni A e C, è quello della Magistratura di sorveglianza, anch'essa gravata dall'esubero di richieste e ulteriormente appesantita dal sovraffollamento. Emergono così dalle testimonianze i casi - comuni - di detenuti che risultanti i termini per permessi o misure alternative, inviano istanze cui seguono attese di mesi, prima di ricevere un esito positivo o negativo quale che sia, con conseguente sconforto nel veder sospeso il giudizio sui benefici spettanti loro di diritto. Misure queste che, peraltro, andrebbero a impattare in modo subitaneo sul sovraffollamento, che in questo momento rappresenta una delle criticità cardine degli istituti di pena in Italia, cominciando a garantire in qualche misura il deflusso di coloro che possono scontare la loro condanna secondo differenti modalità esecutive.
Conclude la serie degli interventi una rappresentanza del padiglione femminile, compatto nelle opinioni e lucido nell'esposizione dei propri argomenti, che sottoscrive le istanze dei compagni ristretti assumendo toni aspri nella critica al decreto-legge, manifestando un corale sconforto per una manovra che viene giudicata insufficiente a far fronte alle difficoltà emerse anche durante il confronto. Al termine della discussione le detenute hanno consegnato una lettera scritta collettivamente dalle detenute del padiglione F, annunciando, a partire dal 5 settembre, l'avvio di uno sciopero della fame a staffetta ad oltranza nella speranza di riportare i riflettori e dare eco agli eventi critici riguardanti gli istituti di pena, divenute ormai parte del vissuto quotidiano dei detenuti.
Redazione
Illustrazione di Giulia D'Ursi - Eta Beta Scs