Ricordo ogni giorno che ho passato recluso nella Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino. Otto anni, dove, dopo mille difficoltà e tante cadute, ho imparato e conosciuto una parte di me fino a prima sconosciuta e impensabile.
Ho fatto tanti allenamenti e partite con La Drolâ la squadra di rugby interna al carcere di Torino che rimarrà per sempre la mia prima e fondamentale identità, ho bisticciato per quattro anni con i miei professori del Liceo fino ad arrivare a volergli bene come a delle persone di famiglia e riuscendo a conseguire la maturità contro ogni mia mia sincera aspettativa e qui ho iniziato a credere che si può fare tutto nella vita basta solo volerlo credendoci e lottando con tutte le proprie forze e si può veramente raggiungere ogni qualsivoglia obbiettivo.
Non sono cresciuto (invecchiato) solo fisicamente in questo periodo, ma visto che l’età porta sempre anche tanta saggezza ho preso consapevolezza della mia forza mentalmente arrivando a scegliere di iniziare il percorso universitario e la mia prima e vera esperienza lavorativa presso la cooperativa Eta Beta con un tirocinio formativo che si è trasformato a tempo debito in un vero e proprio lavoro permettendomi di uscire con la misura alternativa alla detenzione della semi-libertà.
C. D. B.