Martedì, 15 Gennaio 2019 16:08

La cultura della libertà: il Polo universitario nel carcere di Torino

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Photo by Fahrul Azmi on Unsplash Photo by Fahrul Azmi on Unsplash

Per me il Polo Universitario, prima di essere una sezione all’interno del carcere di Torino, con un insieme di persone uguali, è un’istruttiva e necessaria lezione di vita, dove ho trovato un mondo che mi era totalmente sconosciuto.

In queste pagine abbiamo già scritto dell’aumento delle presenze all’interno delle carceri italiane e certamente anche Torino non ne è esente, ma esistono anche luoghi in cui, grazie all’impegno di molti, il tema rieducativo viene affrontato fornendo nuovi strumenti.
Nel Polo universitario torinese ho trovato e incontrato nel tempo studenti, professori universitari, volontari, scrittori, artisti, giornalisti, registi, educatori, direttori e agenti penitenziari. A me, per assurdo piacerebbe pensare che non ci siano detenuti. Il progetto del Polo Universitario ha permesso alla cultura di entrare nella mia vita detentiva quotidiana, rendendo le facoltà analitiche della mia mente, sempre più interessanti e stimolanti …

Cultura per me, oggi, significa libertà di comunicazione e soprattutto di analisi critica. La comunicazione è la sacra e indispensabile scintilla che si trasmette da un essere umano all’altro, è l’essenza della libertà stessa che ci permette di mantenere la nostra mente forte e fertile … Il Polo Universitario del “Lorusso e Cutugno” ci permette, inoltre, di spogliarci da quell’etichetta infamante che senza nemmeno conoscerci ci ha affibbiato la maggioranza dell’opinione pubblica e di toglierci quella soffocante maschera, per ritrovarsi, come persone libere di esistere e di pensare, mediante una nuova e diversa apertura interiore. Cultura non significa soltanto stare sui libri dalla mattina alla sera. Essa, ha bisogno di immensità, di incontro, di discussione e di vitalità e il Polo Universitario in questo senso, svolge un ruolo attivo e fondamentale. Al suo interno, infatti, le persone possono incontrarsi oltrepassando i muri, le finestre a sbarre e i tanti cancelli che dividono il dentro dal fuori, scoprendo così nuove trame nel tessuto dei loro interessi. In questo modo, si creano le basi, per conoscere e mettere in pratica valori come, l’amicizia, la solidarietà e la coesione, doti imprescindibili per rompere lo stato di costante isolamento interpersonale a cui è sottoposto un individuo detenuto.

Come sezione all’interno del carcere, il Polo Universitario a Torino consente a tutti gli studenti-detenuti, di migliorare non solo le proprie condizioni di vita, ma altresì la propria considerazione di sé, in modo da poter uscire dagli abituali e dannosi schemi mentali detentivi. La maggior parte delle persone ospitate, sono state condannate a pene di reclusione della durata di tanti anni e la possibilità di usufruire di celle dignitose di incontri giornalieri con professori universitari, dottorandi, ragazzi del servizio civile, con l’obbiettivo di conseguire una laurea, sono senz’altro il migliore ed efficace stimolo per non buttare via il tempo della pena. Oltre ai corsi di laurea in Scienze politiche e sociali e in Giurisprudenza, si svolgono ulteriori incontri con musicisti, scrittori, giornalisti, attori di teatro, che sono occasioni uniche per un confronto veritiero, necessario per una reale metamorfosi, fra storie personali profondamente diverse, ma al contempo molto simili, che ci consentono di sviluppare un senso di autocritica e comparazione, necessario per la vita al di qua e al di la di queste sbarre.
Progetti come quello del Polo Universitario, ci permettono di inserirci gradualmente e coscientemente in un altro contesto di vita e sono senza alcun dubbio, la rivalsa della cultura, contro l’ingiustizia sociale che contraddistingue la maggior parte delle nostre carceri.

C. D. B.

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