Le 96 pagine, scaricabili gratuitamente sul sito della Fondazione Zancan, rappresentano il risultato di un prezioso studio su come un “lavoro abilitante e autentico”, possa diminuire i tassi di recidiva e i fenomeni di violenza all’interno degli istituti penitenziari.
Uno studio multicentrico promosso da Fondazione E. Zancan, Compagnia di San Paolo, Fondazione Con Il Sud e Fondazione Cariparo, con il patrocinio del Ministero della Giustizia, che ha coinvolto 300 persone recluse negli istituti penitenziari di Torino, Padova e Siracusa.
L’analisi prende in considerazione detenuti che lavorano sia alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria che di cooperative oppure che non lavorano, quantificando i possibili “benefici a breve termine effettivamente misurabili” e che possano dare significative indicazioni per meglio gestire la condizione di detenzione e le sue finalità.
Una pubblicazione ricca di spunti di riflessione, ma anche e soprattutto di dati, tabelle nonché di confronti con la letteratura esistente e riferimenti al quadro nazionale sul tema. Dalla quale emerge come il lavoro debba essere e diventare sempre più pratica di reinserimento, dando voce alle stesse persone private della libertà, perché una “distanza da colmare” tra “dentro e fuori” è proprio quella tra le persone che abitano o vivono a vario titolo le carceri.
Carceri che è sempre bene ricordarlo “appartengono alla società e non sono un mondo a parte. Più coraggio, meno pregiudizio, uguale più sicurezza”.
Redazione
Per saperne di più e scaricare la rivista: Studi Zancan 5/2021