Ho sempre pensato a quali saranno le mie sensazioni e a quale sarà l’impatto su di me nel momento in cui uscirò dal carcere dopo tutto questo tempo. Si parla di anni di mancanze di ogni genere, a partire dalle più banali.
La pazienza, una qualità e un atteggiamento resiliente, la pazienza in carcere è uno strumento che permette di controllare le proprie emozioni, affrontando al meglio le varie situazioni e tutte le problematiche che da essa derivano.
Un interrogativo che può essere anche la sintesi di quanto emerso durante la videoconferenza di presentazione del V° Dossier delle criticità strutturali e logistiche delle carceri piemontesi. Vecchie e nuove problematiche di un sistema penitenziario, che l’emergenza Covid, ha reso ancora più pressanti e per cui i fondi europei potrebbero rappresentare l’occasione per una sua messa a norma.
Un mercoledì sera guardando la tv verso le ore 21:00 vidi aprire il blindo. L’assistente si presentò dicendomi che domani sarei stato “partente”.
All’interno del carcere la quotidianità ha subito un netto mutamento da quando il virus è apparso sul territorio italiano. Restrizioni che fanno del mondo carcerario un posto ancora più isolato, distaccato e chiuso, ancora più invalicabile, essendo in vigore le nuove misure adottate per la precauzione e protezione delle persone.
La situazione attuale è molto preoccupante.
La seconda ondata del virus in carcere, a differenza della prima, risulta più complessa visto il numero incerto dei positivi, in particolare dei possibili asintomatici, per la mancanza di tamponi.