Istituto oggetto periodicamente di richiesta di risposte alle criticità segnalate nel corso del tempo dallo stesso Garante. La missiva ripercorrendo l’iter seguito al Natale 2015, Capodanno 2016, quando “un’epidemia di legionellosi costrinse al ricovero d’urgenza in ospedale alcune persone detenute presso la Casa di Reclusione di Alba”, provocando “l’immediata sospensione delle attività dell’istituto”, nonché il trasferimento dei detenuti ed il distaccamento a nuove sedi del personale, traccia un puntuale resoconto di quanto fatto a oltre due anni dall’accaduto. “Già dopo poche settimane furono stanziati da parte del Governo 2.000.000 di euro, a valere sul Piano di Edilizia penitenziaria 2016-2018, per i lavori di “Adeguamento dei reparti di detenzione con rifacimento impianti idrico sanitari e termici”.
“Il carcere albese dopo gli opportuni interventi, ha ripreso una parziale funzionalità a partire dal 1° giugno 2017. Ad oggi è operativa una sezione, che a fronte di una capienza regolamentare di 35 che ospita 42 detenuti. Nonostante gli spazi ristretti sono riprese le attività di socializzazione e di formazione, sono state attivate una piccola palestra, un’aula e una biblioteca. Sono anche riprese le attività di cura del vigneto impiantato all’interno del carcere che consente la produzione del vino “Vale La Pena” uno degli esempi di eccellenza nel settore dell’Agricoltura sociale del nostro Paese … Nelle risposte che si sono succedute nel corso di questi anni la piena operatività veniva assicurata prima a fine 2016, poi a fine 2017, ed ancora a fine 2018… Infine lo scorso 22 marzo 2018 è stato pubblicato sul sito del Ministero della Giustizia il Piano per l’edilizia penitenzia per gli anni 2018-2020. In tale prospetto finanziario l’importo per i lavori previsti per la Casa di Reclusione albese viene aggiornato a 4.500.000 di euro. Sulla data di inizio dei lavori però non si hanno notizie”.
Intanto: “Nell’istituto albese lavorano 116 persone. La loro vita e quella delle loro famiglie, in assenza di una struttura adeguata che possa occuparli in modo sensato è assolutamente precaria. Il Carcere di Alba è costituito da edifici, terreni e impianti di proprietà dello Stato che senza manutenzione sono destinati ad un sempre maggiore deperimento. L’attuale carenza di spazi mina sul nascere le attività cosiddette socializzanti rivolte ai detenuti. Intorno e all’interno del Carcere di Alba si sono sviluppate attività sociali, imprenditoriali, educative rivolte alle scuole sui temi della legalità e di volontariato che contribuiscono alla coesione sociale del territorio”.
Redazione