Avvolto da un bagliore di primavera meridionale, mentre percorro il solito giro di esplorazione casalingo, il calendario affisso nella dispensa ricorda che la scadenza del “soggiorno obbligato” sta per arrivare.
Come di consueto, la fine di un ciclo, oltre a generare “affascinanti” enigmi sul futuro, inevitabilmente, apre a scenari di riflessione che dimenticare non si può: indelebile rimarrà nella mente l’immagine dei volti e delle storie di marginalità incontrate.
Un turbinio di storie profonde, toccanti, che molto spesso, tra mille difficoltà, sono diventate degli esempi di forza e di resistenza.
Ci siamo quasi!
Oramai, recitare “i versi finali” della saga G” è sempre più semplice!
Un grande in bocca al lupo a chi, in spazi limitati, riesce a trasformare la scrittura in un modo per vivere.
G. M.