Pagine dove i propri cari, la mamma, il nonno, la figlia, il partner di chi la detenzione l’ha vissuta o la vive quotidianamente sulla propria pelle, diventano l’occasione per capire come la detenzione sia abitata da persone e non da reati. E come a volte sia una realtà a noi estranea solo perché ci fa paura.
Gli scritti pubblicati, tutti realizzati da persone private della libertà presso la Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino, tranne in un caso in cui il racconto è stato redatto da una persona in semilibertà, sono il frutto di una selezione di quanto emerso all’interno del percorso di scrittura svolto da Eta Beta ScS su affidamento del Consorzio Sinapsi.
Una delle numerose azioni previste dal progetto Filo di Continuità – RELOAD (II edizione), finanziato dalla Compagnia di San Paolo, attraverso il progetto “Libero”, mirato a favorire un più naturale recupero dell’identità, delle competenze e delle risorse affettive relazionali che possono interrompersi o deteriorarsi durante la pena.
Capofila di queste attività è stato il Consorzio Sociale Abele Lavoro, in sinergia con Eta Beta per Consorzio SINAPSI, Fondazione Don Mario Operti, Associazione Almaterra, A.M.M.I. (Associazione Multietnica Mediatori Interculturali), Essere Umani onlus, Associazione Recuperamiamoli, in partnership con la Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino e la Casa di Reclusione di Asti.
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