Quando ero un “giovane ribelle”, avevo un modo tutto mio di vedere la vita. La strada intrapresa mi aveva temprato a suo uso e piacimento, già dall’infanzia ero uno di quelli più tenuti in considerazione, o forse sarebbe meglio dire più temuti!
La quotidianità in carcere, si sa, è monotonia e noia. Oltre alle cose che si fanno di solito tutti i giorni, ci si ritaglia del tempo, o per passione, o per passatempo, inventando oggetti che siano poi utili per la cella, per lo sport, e via dicendo.
Ogni detenuto durante un periodo di detenzione si aspetta che arrivino delle sorprese, la maggior parte delle volte si auspicano buone e inaspettate.
Siamo al Lorusso e Cutugno di Torino, la squadra di rugby la Drola si accinge a disputare la prima partita di campionato di serie C regionale, avversario il Volvera Rugby, calcio di inizio fissato alle 15:00.
Il giorno che tutti noi giocatori di Rugby del Club “La Drola” di Torino stavamo aspettando è finalmente giunto. L’ansia si fa sentire, l’adrenalina sale inesorabilmente.
Dopo aver trascorso anni di detenzione forzata, dopo aver attraversato mari e monti, percorsi riabilitativi di sport e di studio, ho potuto beneficiare dei permessi premio.