Estate tempo in cui tutto rallenta un po’, alcuni restano nelle città quasi vuote e altri vanno verso mete sognate tutto l’anno. Altri ancora sentono questo periodo come “una pena in più” in cui neanche l’ora d’aria consente di mettere da parte per qualche istante il quotidiano, in cui le attività si riducono fino a cessare del tutto rendendo tutto più silenzioso.
Da quanto ho memoria ho sempre atteso l’inizio della Coppa del mondo di calcio con impazienza, vedevo tutti entusiasti dell’inizio del mondiale, ognuno si organizzava per seguire le partite con amici, parenti o vicini di casa. Dovunque ti trovassi e qualunque cosa stessi facendo le partite del mondiale avevano la priorità su tutto il resto. Un’emozione che mi è rimasta sin da bambino.
Da sempre l’attesa è un nemico che ti consuma, dipende da quello che attendi per esempio ci sono momenti in cui ti fa piacere aspettare di diventare padre, sei contento e non vedi l’ora di sentire il primo pianto della tua creatura che viene al mondo che aspettavi da sempre, oppure il giorno del matrimonio quando sei sopraffatto dalle emozioni per sentire quella parola magica, SI, all’altare che hai atteso tutta la vita.
L’attesa è stata straziante, mancava solo l’autorizzazione del Magistrato, che è arrivata, tramite notifica, il giorno prima dell’inizio del Salone Internazionale del Libro 2018, dove dal dieci al quattordici maggio mi dovrò recare in articolo ventuno esterno, per lavorare presso lo stand della cooperativa Eta Beta.
Questo numero di Letter@21 si ispira al tema del Salone del Libro. Un giorno tutto questo … Cinque domande sul nostro futuro, sui significati profondi dell’essere umano, della sua convivenza con gli altri e sul pianeta che abita, che aiutano i nostri redattori a riflettere e a portare le loro parole tra carcere e “vita fuori”.
Un componimento che parla di un’emozione forte che dietro le sbarre attanaglia chi vi è ospitato. Un'emozione che tutti sia dentro che fuori proviamo...